domenica 4 gennaio 2009

DIAFRAMMA - Siberia (1984, cd remastered 2001)

Le origini del "rock italiano cantato in italiano"
Siberia dei Diaframma non è solamente uno degli album più importanti della new wave di casa nostra, ma fa parte di diritto della storia stessa della musica italiana. Il suo impatto con la generazione degli anni '80 ha lasciato un segno indelebile nel modo di percepire la musica, sia da parte dell'utenza, sia da parte di molti gruppi rock che, senza questo disco, non sarebbero esistiti e non avrebbero goduto di quel successo che, paradossalmente, agli stessi Diaframma è stato negato. I Diaframma hanno inventato il rock italiano cantato in italiano, lo hanno sancito con questo album e con una splendida canzone, "Siberia" (come il disco), simbolo inarrivabile degli anni '80 italiani.

Nascono a Firenze nel 1980 per mano di Federico Fiumani, chitarrista dalla forte personalità, deciso a farsi largo in una scena musicale in fermento per gli stimoli che giungevano dal Regno Unito dopo l'ondata punk e post punk. Con lui i fratelli Gianni e Leandro Cicchi, rispettivamente alla batteria e al basso, e il cantante Nicola Vannini. La loro ricetta è semplice quanto rivoluzionaria: impiantare nel suono oscuro dei Joy Division i testi in lingua italiana scritti dalla formidabile penna di Federico Fiumani, contro tutti i trend del momento che vedevano ancora i gruppi italiani adottare la lingua inglese nella loro musica. I Litfiba, contemporanei e conterranei, decideranno di seguire le orme dei pericolosi rivali (dopo aver iniziato adottando anche loro testi in inglese) traendone un inaspettato quanto clamoroso successo negli anni ‘90.
L'esordio dei Diaframma è con il singolo "Pioggia" (1982) presto seguito dall'EP "Altrove" (1983). La musica è scarna, oscura, dominata dalla ritmica e dalla voce profonda che rimanda all'ultimo Ian Curtis. Non particolarmente attenta la critica verso questi lavori, ma le cose stanno velocemente mutando a favore della band. Intanto un clamoroso cambio della guardia al microfono: Nicola Vannini viene allontanato e sostituito da Miro Sassolini, un amico di Fiumani conosciuto durante il servizio militare (la leggenda vuole che Fiumani fosse talmente infastidito dal successo con il pubblico femminile riscosso dal cantante, da provocarne l'espulsione), quindi l'entrata nell'orbita dell'IRA, giovane ed intraprendente etichetta discografica fiorentina del "guru" Alberto Pirelli, che produrrà, tra gli altri, anche i Litfiba. Un avvincente duello a distanza tra le due bands, sia artistico che squisitamente vanaglorioso: una gara per chi pubblicherà per primo un album. Vinceranno i Diaframma, uscendo con "Siberia" un anno prima dei Litfiba ("Desaparecido" arriverà nei negozi nel 1985).

"Siberia" vede la luce nella primavera del 1984. Tre note di chitarra per un arpeggio che resterà scolpito nella storia del rock italiano: è l'introduzione della canzone omonima, un simbolo con il quale sarà difficile misurarsi, difficile per gli stessi Diaframma. La batteria è ordinata, in un indovinato intreccio rullante/tom con charleston in sedicesimi, il basso a decidere la melodia portante, come nella migliore tradizione new wave. La tastiera discreta in sottofondo. La voce di Sassolini, potente e barocca, canta uno dei testi più celebri della band:
"I nostri occhi impauriti nelle stanze gelate,
al chiarore del petrolio bruciato,
e oltre il muro il silenzio,
oltre il muro solo ghiaccio e silenzio…
…Aspetterò questa notte pensandoti,
nascondendo nella neve il respiro,
poi in un momento diverso dagli altri
io coprirò il peso di queste distanze"
Immagini di solitudine, il buio, il silenzio, il freddo delle emozioni, temi molto cari al nuovo rock degli '80, con il valore aggiunto dato dalla nostra calda e splendida lingua. Un sax disperato chiude degnamente il brano. "Neogrigio" parte con una ritmica tribale dettata dai tom, accompagnata da schizofrenici riffs di chitarra e da una stridente scala al sintetizzatore. Ancora la chitarra ad intrecciare arpeggi nervosi, mentre il basso e la batteria continuano a condurre le danze. Il brano ha un 'mood' glaciale, la voce di Sassolini epica e disperata allo stesso tempo. Uno squarcio di luce, grazie agli arpeggi in maggiore della chitarra, nella terza traccia "Impronte", il romanticismo di un amore travagliato nelle liriche intense, il tutto sorretto dalla sempre efficace sezione ritmica dei fratelli Cicchi. "Amsterdam" è il secondo capolavoro del disco dopo "Siberia": si snoda lenta ed suadente, governata dal basso sul quale si intersecano più suoni di chitarra, dall'arpeggio a striduli riffs. Il cantato è un crescendo disperato, fino all'urlo barocco: "dove il giorno ferito impazziva di luce". Quindi la batteria si arricchisce del suono dei tom per accompagnare la musica, pervasa nel finale da un azzeccato tema di chitarra, alla sua conclusione in morendo. Le successive "Delorenzo" e "Memoria" accentuano il tono oscuro del disco, il lato più gotico della band. La batteria e il basso sempre in primo piano, gli arpeggi di chitarra, le tastiere, tutto uguale, tutto diverso, ogni tassello perfettamente al suo posto. E gli straordinari testi. Ineguagliabili:
"Lacerata dai pianeti notturni,
quando cerca il primo corpo caduto
in questo oceano di luce"
In "Specchi D'Acqua" il ritmo accelera, il basso è martellante, si pagano gli ultimi tributi al punk: il cantato di Sassolini è 'sputato' e grida disperato il ricordo di giorni sofferti "fatti di sangue e di vento seccato". Una chitarra in solitaria introduce "Desiderio Del Nulla", prima che basso e batteria facciano il loro fragoroso ingresso nel brano più oscuro di tutto il lotto. L'armonia è assente, la chitarra ossessiva nei suoi riffs di poche note, il basso a dettar legge insieme alla batteria sempre perfetta. Una degna conclusione per un disco che ha lasciato poco spazio alla melodia convenzionalmente intesa, melodia da sempre dominatrice incontrastata della tradizione musicale italiana e che qui ha trovato il suo primo ed agguerrito antagonista.

La versione rimasterizzata ci offre delle perle che da sole varrebbero l'acquisto del disco. Per iniziare la celeberrima "Amsterdam", uscita come EP nel 1985, interpretata insieme ai Litfiba, compagni di etichetta nell'IRA. Progetto scaturito dalla mente del produttore Alberto Pirelli, il brano è presentato in una versione molto diversa dall'originale: il tema vocale, di cui ho già accennato i versi, si sdoppia in due ritornelli, la voce tzigana di Piero Pelù a rincorrere quella potente di Miro Sassolini, mentre la fisarmonica di Antonio Aiazzi conferisce un calore ed un colore del tutto particolare al sound. Tra i bonus troviamo anche i brani del lato B di "Amsterdam": la splendida "Elena", struggente ricordo di uno degli amori giovanili di Federico Fiumani, e "Ultimo Boulevard", che riporta agli episodi più oscuri di "Siberia". A chiudere il cd alcuni 'preziosi' Live dell'epoca, certo non qualitativamente perfetti, ma che faranno felici i collezionisti di materiale 'diaframmatico'.
"Siberia", oltre che segnare una svolta per il rock italiano, segna anche un momento cruciale nella storia dei Diaframma: poco dopo la pubblicazione dell'album i fratelli Cicchi se ne andranno. I due superstiti, Federico Fiumani e Miro Sassolini, assoldata una nuova sezione ritmica, decideranno di andare avanti, ma abbandoneranno le tinte oscure del loro sound a favore di soluzioni più aperte verso la canzone d'autore e certo rock chitarristico figlio degli anni '60. Dopo due albums riusciti ("Tre Volte Lacrime", 1986, e "Boxe", 1988), anche Sassolini si tirerà indietro, lasciando la band nelle mani del solo Federico Fiumani, che assumerà anche il ruolo di cantante e traghetterà i Diaframma, tra alti e bassi, verso il nuovo millennio ("Camminando Sul Lato Selvaggio" del 2007 l'ultimo album).


Tracklist:
1. Siberia
2. Neogrigio
3. Impronte
4. Amsterdam
5. Delorenzo
6. Memoria
7. Specchi D'Acqua
8. Desiderio Del Nulla
bonus tracks
9. Amsterdam (con i Litfiba)
10. Elena
11. Ultimo Boulevard
12. Neogrigio (live)
13. Impronte (live)
14. Siberia (live)
15. Elena (live)

Diaframma:
Federico Fiumani - chitarra/testi
Miro Sassolini - voce
Leandro Cicchi - basso
Gianni Cicchi - batteria
Ernesto De Pascale - tastiere

Discografia Diaframma primo periodo:
Pioggia (7" - 1982)
Circuito Chiuso (7" allegato alla fanzine "Free"- 1982)
Altrove (12" - 1983)
Siberia (LP - 1984, ristampato in CD nel 2001)
Amsterdam (12" con i Litfiba - 1985)
Diaframma 8183 (CD - 1989, contiene "Altrove" ed i primi due 7")
Live And Unreleased (CD - 1992)
Albori (CD - 1997)
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4 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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buona domenica!

Anonimo ha detto...

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