mercoledì 19 marzo 2008

TUBEWAY ARMY - Replicas (1979)

Gary Numan: destinato al successo
Il destino è stato magnanimo con Mr. Gary Anthony James Webb, in arte Gary Numan. Reduce da un primo album, "Tubeway Army", carino ma che non ha suscitato particolare scalpore tra i giovani seguaci del neonato movimento post-punk, Numan tenta questo asso nella manica dal titolo "Replicas". Il destino vuole che il primo singolo estratto, "Down In The Park", il preferito dell'artista e sul quale aveva riposto tutte le sue speranze di successo, si riveli un "flop" clamoroso. Che fare? Ecco un singolo di riserva, "Are 'Friends' Electric?", che, inaspettatamente, si rivela un hit straordinario, raggiungendo il primo posto delle classifiche inglesi e aprendo a Numan le porte del successo da tanto tempo rincorso... quando si dice "il destino".
L'album, pubblicato a nome Tubeway Army nel 1979 dalla Beggars Banquet, mette a frutto gli insegnamenti degli Ultravox di John Foxx e di certo "kraut rock" tedesco, Kraftwerk in testa. Chitarra, basso e batteria sono sovrastati da potenti suoni di sintetizzatore, che danno il mood a tutto il lavoro e raccontano la figura del "numanoide", l'uomo del futuro, che vive in un mondo schiavo delle macchine dove non c'è spazio per sentimenti ed emozioni. Numan scopre di avere tra le mani il tocco di "Re Mida": le sue dita si appoggiano morbidamente sui tasti del synth creando suoni nuovi ed elitari, che affascinano un'utenza abituata sino ad allora solo al fragore del punk. Accompagnato dal fedele bassista Paul Gardiner e dallo zio Jess Lidyard alla batteria, Numan inizia la sua lunga saga di uomo del futuro.

Il sintetizzatore è il primo suono che si sente nell'album, e non a caso: "Me! I Disconnect From You", brano d'apertura, è un inno alla disumanizzazione, nello scenario gelido della città del domani. "Are 'Friends' Electric?" è dominato da un poderoso synth che raddoppia il basso insieme ad una voce asettica e un riff tastieristico che lo porta al n° 1 delle charts. L'amico, nel futuro di Numan, è un robot, i nostri sentimenti sono proiettati su delle macchine e gli "amici" funzionano quindi ad elettricità. "Praying To The Aliens" è un'invocazione agli abitanti di mondi lontani, il sound è asciutto e una tastiera fantascientifica di sottofondo accompagna tutto il pezzo. "Down In The Park", la preferita di Numan, ha un incedere lento e minaccioso: giù nel parco, l'amico "elettrico" di nome "Five" dichiara la fedeltà dei robot all'essere umano: "we are not lovers, we are not romantics, we are here to serve you". In "You Are In My Vision" le chitarre trovano per l'ultima volta uno spazio importante, ultimi residui di rock nell'universo sintetico di Numan (lo strumento addirittura sparirà nel successivo album "The Pleasure Principle"). Due strumentali chiudono il disco: "When The Machines Rock" e "I Nearly Married A Human" puntano tutto sull'esaltazione dei nuovi suoni elettronici e sulla loro sensazione.

Il primo atto di Numan, avuto il successo in tasca, è sciogliere i Tubeway Army ed intraprendere la carriera solistica. Parte con show sofisticati, concerti-evento fatti di giochi di luce e tastiere in primo piano e impone il suo look di algido androide. Più volte tornerà in classifica ("Cars" il brano più celebre), ma il suo limite sarà di riproporre sempre lo stesso clichè e il solito sound, che invecchierà velocemente e causerà un lento ed inesorabile declino della sua popolarità. Tuttavia, dopo un lungo periodo di mediocri produzioni discografiche, saprà rinnovarsi e tornare a far parlare di sè sul finire degli anni '90, abbracciando la causa dark-industrial e avviando importanti collaborazioni (con Fear Factory, ad esempio).

La ristampa di Replicas, rimasterizzata ed arricchita di inediti, offre un'ottima occasione per riscoprire (o conoscere) questo disco che, nel bene o nel male, ha fatto la storia del synth-pop anni '80. Oltre ai brani già noti, sono stati aggiunti anche i lati B dei singoli del periodo 1979, tra i quali si distinguono "We Have A Technical" e "We Are So Fragile", in perfetto stile Numan, ma dalle melodie irresistibili. C'è anche una versione N. 2 di "I Nearly Married A Human ", se vogliamo più interessante dell'originale.

Tracklist:
1.: Me! I Disconnect From You
2.: Are 'Friends' Electric?
3.: Machman
4.: Praying To The Aliens
5.: Down In The Park
6.: You Are In My Vision
7.: Replicas
8.: It Must Have Been Years
9.: When The Machines Rock
10.: I Nearly Married A Human
bonus tracks:
11.: Crazies
12.: Only A Downstat
13.: We Have A Technical
14.: We Are So Fragile
15.: I Nearly Married A Human 2

Tubeway Army:
Gary Numan: voce, chitarra, tastiere
Paul Gardiner: basso
Jess Lidyard: batteria

discografia:
Tubeway Army (Beggars Banquet, 1978)
Replicas (Beggars Banquet, 1979)


martedì 11 marzo 2008

AUS DECLINE - Retrospettiva 1981-84 (cd, 2003)

La gemma nascosta della new wave italiana
Gli Aus Decline, nati a Pavia nel 1981, fanno parte di quell'ondata di nuovo rock che ha investito l'Italia nei primi anni '80, figlia del post-punk anglosassone di gruppi come Joy Division e The Cure. I maggiori esponenti del genere nel nostro Paese sono stati i Diaframma ed i Litfiba prima della svolta rock. Ma, proprio mentre i due gruppi fiorentini giungevano all'esordio su vinile, gli Aus Decline si scioglievano (1984) facendo perdere ogni loro traccia. Venti anni dopo decidono di tornare in pista pubblicando "Retrospettiva 1981-84", antologia su cd con al suo interno tutti i brani prodotti nella loro breve carriera. Cosa li ha spinti a questo inaspettato ritorno? Forse la nostalgia? Forse la consapevolezza di aver attraversato da protagonisti una fase importante del rock italiano? Poco importa. L'importante è avere tra le mani questo prezioso documento storico, nel quale si respira intatta l'atmosfera di quel momento particolare della nostra cultura attraverso i suoni oscuri del post-punk.

"Fluxion" apre le danze con un ritmo incalzante e un basso sintetico, memore dei Joy Division di "Closer", mentre la chitarra tocca suoni armonici cristallini. "Fear Of Sin" inizia con una batteria tenebrosa mentre il basso plettrato domina gli intermezzi tra un cantato e l'altro. "Five Years Life", con il suo riff di chitarra e le tastiere che gettano un tappeto per l'inferno, anticipa clamorosamente alcune atmosfere dei Systers Of Mercy. Il cantato è monocorde e poco incline agli sbalzi di tensione. "Goin' On Jot" è un post-punk in perfetto stile Bauhaus, ma dove non si rinuncia al suono cristallino della chitarra. Contrappunti elettronici arricchiscono una ritmica potente ed incalzante. "Earth Isn't Room Enough", uno degli episodi più significativi del cd, inizia con un pattern di drum machine al quale si sovrappone la batteria acustica, in un incastro efficace che dimostra tutta la perizia dello strumentista. Il riff di chitarra e la voce evocativa creano un vortice emotivo di rara intensità che rimanda a "Faith" dei The Cure. "Body Hit" è il brano più dinamico, con le sue atmosfere "ultravoxiane" ed un cantato distaccato che ricorda le prime cose dei "Modern English". Figlia del suono Bauhaus anche l'ultima track di studio "To Lead The Van", ma attraversata dagli umori mittleuropei del rock tedesco. A completare la raccolta alcuni brani tratti dai plauditi concerti del periodo, che dimostrano come essi riuscissero a ricreare le loro intense atmosfere anche fuori da uno studio d'incisione, grazie a notevoli capacità tecniche.

A mio avviso gli Aus Decline sono stati penalizzati da due fattori: dalla loro scelta di cantare in inglese proprio nel momento storico in cui esplodeva in Italia il "rock italiano cantato in italiano" dei Litfiba, particolarità che avrebbe permesso loro di essere notati maggiormente da utenti ed addetti ai lavori, ed in secondo luogo dalla mancanza di una solida struttura manageriale alle spalle, come ad esempio l'IRA, mitica etichetta discografica fiorentina, responsabile delle migliori uscite su vinile dell'epoca. Concludo con il dire che questo album in cd è stato stampato in edizione limitata ed è quindi di difficile reperibilità. Io l'ho trovato, fortunatamente a buon prezzo, su internet.

Tracklist:
1- Fluxion
2- Fear Of Sin
3- Five Years Life
4- Goin' On Jot
5- Earth Isn't Room Enough
6- Body Hit
7- To Lead The Van
8- She Gave Me Algedy (live)
9- Auburn (live)
10- Hanfull Of Beauty (live)
11- Fear Of Sin Live (live)
12- City House (live)
7- She Gave Me Algedy (studio version)

Aus Decline:
Marco Casasco: tastiere e voce
Riccardo De Angelis: basso
Luca Collivasone: chitarra
Giorgio Rimini: batteria

Discografia:
1982 "Radio X" demotape
1983 First Relation (LP) - gli Aus Decline partecipano con il brano "Five Years Life"
2003 Retrospettiva 1981-1984 (CD)

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