venerdì 10 ottobre 2008

PTC (Paid to click): la truffa del nuovo millennio

Lo schema di Ponzi un secolo dopo

Le PTC, il funzionamento
Agli inizi del 2008, incoraggiato da un caro amico, ho iniziato ad iscrivermi ad alcune PTC (Paid to click= pagati per cliccare) con la prospettiva di favolosi guadagni a fronte di piccoli investimenti. La prima alla quale mi sono iscritto è stata bux.to, a detta di molti la migliore in circolazione.
Ma cosa sono le PTC e qual’è il loro meccanismo?
Innanzitutto sono dei siti internet dove ci si può iscrivere gratuitamente inserendo i propri dati (pochi, in verità). Di questi è essenziale l'indirizzo e-mail, necessario per le comunicazioni con lo staff e per ricevere i pagamenti. Una volta iscritti si è “Membro standard”: ora possiamo andare sulla pagina "Surf Ads" dove sono posizionati dei link di banner pubblicitari detti “Ads” (in un numero variabile da sito a sito, in genere una decina) e cliccarci sopra: partirà un contatore e, dopo 30 secondi, uscirà un segno di spunta. Per ogni banner cliccato si guadagna in media 1 centesimo di dollaro. È possibile ciccare solo un banner alla volta per ottenere l’accredito, che sarà visualizzato sulla pagina “Stats”. Per ricevere il pagamento bisogna raggiungere una determinata somma (“Payout”), in genere di 10 dollari, quindi fare la richiesta. Il pagamento avviene tramite PayPal o, più spesso, AlertPay, che è il suo omologo americano. I tempi di pagamento variano da sito a sito e comunque sono abbastanza lunghi. Si può richiedere un solo pagamento alla volta, quindi non potete fare una nuova richiesta se prima non siete stati pagati. Raggiungere i 10 dollari viaggiando a 10 centesimi al giorno non è facile, ci vogliono circa quattro mesi ed una certa costanza. Però le PTC ci vengono incontro per permetterci di guadagnare di più. Intanto facendo iscrivere persone sotto di voi: inviando ad una amico il vostro personale link (che trovate nella pagina Stats), se questo si iscrive ed inizia a cliccare, voi guadagnerete anche per i suoi click, se il vostro amico clicca su un banner e guadagna 1 centesimo, anche voi guadagnerete automaticamente 1 centesimo. Quindi più amici fate iscrivere sotto di voi, più soldi guadagnerete. Questi amici iscritti prendono il nome di “Referrals”. Si può essere referral una sola volta, quindi il vostro amico farà guadagnare con i suoi click solo voi e nessun altro.
Ecco uno schema di guadagno tipico:
» Tu clicchi 10 ads al giorno = $0.10
» 20 referrals cliccano 10 ads al giorno = $2.00
» il tuo guadagno giornaliero = $2.10
» il tuo guadagno settimanale = $14.70
» il tuo guadagno mensile = $63.00

Trovare amici disposti ad entrare nel gioco non è cosa semplice, ma anche qui le PTC ci vengono incontro. Come? Permettendoci di acquistare dei referrals. Vi spiego: se qualcuno si iscrive direttamente ad una PTC e quindi non è stato invitato da nessun amico, risulta “libero” e quindi può essere venduto. I suoi click faranno guadagnare, oltre lui, anche colui che lo ha comprato.
I referrals vengono venduti in pacchetti che possono essere da 5, 15, 35, 50, 100, 500, con lievi differenze tra una PTC e l’altra.
Esempio di guadagno acquistando un pacchetto di referrals da 100:
» 100 referrals cliccano 10 ads al giorno = $10.00
» Il tuo guadagno giornaliero = $10.00
» Il tuo guadagno settimanale= $70.00
» Il tuo guadagno mensile= $300.00

Ma quanto costano questi pacchetti? Alcuni esempi da bux.to:
Pacchetto da 15 $16.98
Pacchetto da 35 $34.95
Pacchetto da 100 $98.00
Pacchetto da 500 $459.00

Non male, vero?
Ma non finisce qui.
Pagando una determinata somma è possibile diventare “Premium Member” ed ottenere alcuni vantaggi, del tipo
- aumento del valore di un singolo click, ad esempio 1,25 centesimi invece di 1 centesimo, sia di quelli fatti da voi che da quelli che riceverete dai referrals;
- aumento del numero degli ads, che da circa 10 possono arrivare fino a 20/30;
- priorità nei pagamenti rispetto ad un membro standard.
Esempio di guadagno come Membro Premium con valore di 1,25 centesimi a click:
» Tu clicchi 20 ads al giorno = $0.25
» 25 premium referrals cliccano 20 ads al giorno = $6.25
» Il tuo guadagno mensile = $195.00
» Il tuo guadagno annuale = $2,340.00
Su bux.to, ad esempio, diventare membro premium costa $59.00 per un anno.

I primi sospetti
Ho iniziato a nutrire i primi sospetti quando ho sentito per la prima volta parlare di PTC che erano “Scam”, cioè o non pagavano o chiudevano i battenti senza aver pagato i propri iscritti. Scam, in gergo tecnico, è un tentativo di truffa che prevede la promessa grossi guadagni in cambio di somme di denaro da anticipare, in genere fatta via e-mail. Alcune PTC alle quali ero iscritto sono sparite dal WEB, mentre altre sono ancora in attività, ma semplicemente non pagano. Altri indizi che mi hanno cominciato a far dubitare:
1- PayPal, all’inizio usato prevalentemente dalle PTC per effettuare i pagamenti, ha successivamente rifiutato tutte le partnerships con siti di questo genere, costringendoli a ripiegare su Alertpay, che ha un meccanismo praticamente identico. PayPal è stata la prima a diffidare delle PTC, questo perché ha un programma di protezione degli utenti che prevede un rimborso che va da 230 a 1000 euro ed ha valutato il rischio troppo alto.
2- Quando ho acquistato dei referrals, mi sono accorto che molti avevano dei nick name assurdi: quale utente andrebbe chiamarsi, ad esempio, “rigzihw4125”? È lampante che i referrals acquistati sono dei “bots”, cioè degli agenti virtuali che simulano il comportamento umano. Lo si è capito perché tutti i referrals acquistati cliccano tutti allo stesso orario, che so, alle 17:15, mentre gli esseri umani ciccano a qualsiasi orario, in real-time. La cosa potrebbe anche essere ininfluente per qualcuno, ma secondo me non lo è, perché questi bots hanno una loro emivita, cioè sono programmati per terminare le loro attività in 2-3 mesi, i loro click saranno sempre meno fin quando non smetteranno di ciccare (i miei su bux.to hanno smesso di ciccare tutti insieme dopo circa 5 mesi e dopo un lento e costante diminuire dei click). Per qualcuno anche questo può risultare indifferente, l’importante è la prospettiva di quintuplicare il capitale iniziale, ma mi chiedo: perché le PTC continuano a sostenere che i referrals che vendono sono delle persone in carne ed ossa? Non sta bene dire le bugie!
3- Infine, ma più importante: dove prendono i soldi per pagare gli utenti? Il fatto che abbiano degli sponsor che, a cifre irrisorie, pubblicizzano la loro attività sui banner (quelli che andremo a cliccare), non giustifica assolutamente l’enorme mole di denaro che devono sborsare. Considerando che molti degli ads pubblicizzano il sito stesso, esibendo prove di pagamento come specchietti per le allodole, il tutto è ancor più ingiustificato.
Su molti siti di opinione (uno su tutti: ciao.it) si leggono lodi sperticate alle PTC, spesso da parte di gente che non ha mai ricevuto nemmeno un pagamento, con l’unico scopo di catturare dei referrals. Infatti ogni opinione finisce con “vi lascio il mio link per iscrivervi sotto di me” oppure “contattatemi in privato e vi lascerò il link per iscrivermi sotto di me”.
Alla luce di questi indizi abbastanza pesanti, quel’è stata la mia conclusione?
Che il funzionamento delle PTC non può essere che legato allo “Schema di Ponzi”, un metodo truffaldino sperimentato la prima volta circa un secolo fa negli USA.

Lo “Schema di Ponzi”
Carlo Ponzi (Lugo, 3 marzo 1882 – Rio De Janeiro, 18 gennaio 1949), immigrato italiano negli USA, architettò una delle truffe più clamorose della storia americana. Dopo una vita sregolata di quattro anni come “finto-studente” alla Sapienza di Roma, restò senza soldi e decise di imbarcarsi per l’America. Narra la leggenda che sulla nave, per delle scommesse, perse tutti i soldi che aveva con sé, sbarcando con le tasche vuote. Giunto a Boston, si divise tra piccoli lavoretti e piccole truffe, che gli costarono qualche anno di galera. Uscito di prigione, decise di creare un suo business basato sulla compravendita di buoni postali internazionali, che gli avrebbero garantito dei profitti cospicui. Per svolgere questa attività, chiedeva ai risparmiatori di affidargli i loro soldi per quarantacinque giorni, al termine dei quali avrebbe restituito il capitale maggiorato del 50%. Grazie alle sue doti di comunicatore, riuscì a convincere alcuni amici a scommettere sul suo sistema e con i primi introiti li ripagò come promesso. La voce si sparse e decine di migliaia di bostoniani investirono soldi in questo sistema. Nel 1920 Ponzi creò la sua società, la “Securities Exchange Company”. L’affare dei buoni postali era una bolla di sapone, ma Ponzi riuscì comunque a tenere fede ai suoi impegni pagando con i soldi dei nuovi investitori. Venne così a crearsi una piramide nella quale i nuovi investitori pagavano i primi della gerarchia, senza che ci fossero dei veri movimenti di beni o di servizi nella società. In pochi mesi Ponzi passò da nullatenente a milionario (circa 15 milioni di dollari accumulati, una enormità per l’epoca) e la cosa cominciò a destare qualche sospetto. Scoperta la truffa, Ponzi non fece in tempo a fuggire: venne arrestato e scontò 10 anni di prigione. Ma il suo schema diventò famoso ed utilizzato fino ai nostri giorni.
Lo “Schema di Ponzi” è un modello economico senza fondamenta, dove, inizialmente, i primi coinvolti verranno pagati con i soldi dei nuovi investitori in modo da creare un’atmosfera di fiducia e spingere altre persone ad aderire al progetto. L’apporto di denaro favorirà solo i primi elementi della piramide e quando questa fiducia verrà a mancare e insieme ad essa anche nuovi investitori e nuovi afflussi di denaro, la piramide crollerà.
Questo è quello che accade oggi nelle PTC: la storia dei click sui banner pubblicitari è “la scusa”, il pretesto per giustificare il guadagno, come i buoni postali di Ponzi. I primi payout vengono soddisfatti sia investendo soldi di tasca propria da parte della PTC, sia tramite gli investimenti degli utenti in pacchetti referrals e premium membership. Alla notizia dei primi pagamenti, altri utenti si iscriveranno acquistando pacchetti referrals e diventando membri premium, contribuendo così ad accrescere la piramide e ad alimentarla. Ma presto i nuovi iscritti non saranno più in grado di alimentare tutta la piramide, i pagamenti inizieranno a ritardare sempre di più, fino a quando il sistema crollerà e l’amministratore (detto “Admin”) fuggirà con i soldi. Ogni giorno nascono diverse nuove PTC, dai nomi più fantasiosi, spesso col suffisso “bux”, mentre altrettante ne spariscono. La durata di una PTC dipende dall’investimento iniziale dell’amministratore, ossia quella cifra con la quale verranno pagati i primi investitori per generare il clima di fiducia. Se l’investimento è di 1000 dollari per incassarne 10.000, il sito avrà una vita breve, mentre se l’investimento sarà di 10.000 dollari il sito durerà sicuramente di più ed alla fine, crollata la piramide, l’Admin potrà fuggire con un bel malloppo, anche milionario. Migliaia di persone truffate non vedranno mai i loro soldi. Sui forum si dibatte se questa o quella PTC sia uno “Scam”, una truffa… dibattiti sterili: tutte le PTC sono scam perché tutte fondate su un principio truffaldino, appunto il famigerato “Schema di Ponzi”. Solo pochi fortunati verranno pagati, ma solo per creare quel clima di fiducia necessario ad attirare nuovi investitori.

Bux.to
È la PTC più celebre e anche tra le più vecchie, ciò non significa che abbia iniziato 10 anni fa, ma solo nella primavera del 2007, dato che la nascita delle PTC è una storia molto recente. È stata la prima alla quale ho aderito (gennaio 2008), sono membro premium ed ho preso pacchetti di referrals, quindi ne posso parlare con cognizione di causa. Il suo motto è “Abbiamo sempre pagato tutti”: quale migliore pubblicità? Possiamo quindi aderire come membri premium ed acquistare referrals in tutta tranquillità? Direi proprio di no.
Il suo punto debole sono stati da subito i tempi di pagamento: all’inizio erano 7/10 giorni lavorativi, poi sono diventati 30 e adesso 60. Non so quanti siano i giorni lavorativi in America, il dato di fatto è che la mia prima richiesta di pagamento di 156 dollari risale al 20 marzo 2008 e a tutt’oggi, 10 ottobre 2008, ancora non ho visto un dollaro. Bux.to rassicura i suoi utenti che saranno tutti pagati, gli utenti continuano a fidarsi, ma quanto tempo devo aspettare per poter affermare che bux.to è scam? Non sono sufficienti 6 mesi ed oltre di attesa?
Di recente è stata introdotta la “Bux Card”, una carta di debito emessa dalla società americana Payoneer, che potete ricevere a domicilio dietro richiesta. Dopo aver pagato 10 dollari di attivazione, vi permetterà di ricevere i pagamenti direttamente sulla carta (tipo una Postepay) anche se gravata da un canone mensile di 3 dollari. La “Bux Card” è nata con lo scopo di accelerare i pagamenti, accelerazione che, a detta di chi la possiede, non è avvenuta. Inoltre sono mesi e mesi che promettono di adottare un nuovo “script” che permetterà di rendere più rapidi i pagamenti, ma temo sia solo un escamotage per prendere tempo.
Pare che Bux.to abbia milioni di utenti, la PTC più importante: appunto per questo il crollo della sua piramide farà più rumore e probabilmente metterà la parola fine alla storia delle PTC. Al momento resiste, anche se sta mostrando la corda, i tempi di pagamento lunghissimi sono i primi segni del suo cedimento. I suoi Admin (senza nome e senza volto) potranno darsela a gambe con un bel po’ di milioni di dollari in tasca…

Isabelmarco
Voglio menzionare questa PTC perché è l’unica che, a tutt’oggi, mi ha pagato. Sono membro premium, ho comprato un pacchetto da 100 referrals e fino ad ora sono stato pagato 4 volte e sempre in modo puntuale. Mi ero iscritto attirato dal loro motto “Noi ci mettiamo la faccia” ed infatti, al “top” delle pagine del sito compare la foto dei due Admin, Isabel e Marco appunto. Caso più unico che raro: conosciamo i nomi degli Admin e pure la loro faccia! Inoltre hanno la fiducia di PayPal, che da poco è tornata ad affiancare Alertpay nei metodi di pagamento. Non mi faccio illusioni, anche Isabelmarco non durerà in eterno, il sistema è lo stesso delle altre PTC, ma almeno qui ho recuperato i soldi investiti e ci ho pure guadagnato qualcosa. La recente decisione di non pagare più i membri standard, ma solo i premium, è un segno di cedimento strutturale in atto. Sicuramente non ci investirò sopra altro denaro, la mia avventura con le PTC finisce qui.

Lista di siti scam
Vi lascio una lista di PTC alle quali sono iscritto e che si sono rivelate scam, non che delle altre ci si possa fidare, intendiamoci, ma queste le ho testate di persona e, nonostante sia palese il loro fare truffaldino, continuano a comparire in rete (ma dove sta la polizia?), quindi statene decisamente alla larga:
Bux3
World-bux
Angelbux
Dailyclicks
Eurovisits
Foxcash



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sabato 4 ottobre 2008

THE POLICE - Every Breath You Take (1986)

La carriera dorata dei tre poliziotti
Nel 1977, in piena esplosione punk, c'è un gruppo "finto punk" composto da tre musicisti che cercano in tutti i modi di farsi notare dalla stampa specializzata: ci riusciranno, diventando ben presto delle superstars milionarie, sorprendendo un po' tutti, dagli addetti ai lavori alla stessa casa discografica, che li aveva scritturati senza troppe aspettative. E si, perché i tre "poliziotti", non più giovanissimi, provenivano tutti da esperienze tormentate e frustranti. Sting, vero nome Gordon Matthew Sumner, è un insegnate elementare con la passione per il jazz e la cui principale preoccupazione è quella di sbarcare il lunario. Suona il basso nel gruppo jazz-rock dei Last Exit, che non riesce a farsi notare oltre i piccoli locali della zona di Newcastle. Stewart Copeland, nato negli USA e figlio di un funzionario della CIA (da qui l’idea del nome The Police, fortunatamente a sostituire l’originale Strontium 90), ha suonato la batteria nei Curved Air, gruppo "prog" che ha operato senza troppo successo nella prima metà degli anni '70 e dove militava l'affascinante Sonja Cristina, che in seguito diventerà sua moglie. Il chitarrista Andy Summers, già sulla quarantina e di dieci anni più anziano dei suoi compagni, ha le referenze migliori avendo suonato con i Soft Machine, con John Lord dei Deep Purple e con Mike Oldfield durante la tournée di "Tubular Bells".

È Copeland ad intuire che l'era del "prog" è al tramonto e che il futuro è nella causa punk. Ma il primo singolo dei The Police, "Fall Out", con Henri Padovani alla chitarra, è un mezzo fiasco. Tutto da rifare: fuori Padovani, sicuramente il musicista più punk del gruppo, ed una felice intuizione, cioè unire un reggae dolce ad una forma di rock molto ritmica, esperimento non ancora tentato fino a quel momento. La metamorfosi porta i suoi frutti se il singolo "Roxanne" e il primo album "Outlandos D'Amour" (1979) scalano le classifiche del periodo. Questa trovata, unita alla competenza dei tre musicisti, creano il fenomeno che tutti conosciamo. Il basso nitido e preciso di Sting, le straordinarie ritmiche di Copeland, improntate su un uso originale del charleston, e l'esperienza di Summers, unita ad innovative tecniche chitarristiche ottenute dall'uso del "flanger" e del "delay", sono il marchio di fabbrica del sound The Police. I testi sono della massima semplicità, storie d'amore e piccoli fatti quotidiani, cosa che permetterà loro di sbarcare in America senza troppi problemi. Tocco finale: la decisione di tingersi i capelli biondo platino, creando una certa curiosità attorno alla loro figura, cosa che non guasta mai...

L'etichetta discografica A&M non ha neppure il tempo di felicitarsi con i suoi protetti, che vengono subito sommersi da un'altra valanga di soldi: sempre nel 1979 esce il secondo album "Reggatta De Blanc", con dentro una delle melodie più celebri dei "poliziotti", quella "Message In A Bottle", uscita anche come singolo, che diventerà uno dei classici della band. La perfezione degli arrangiamenti e le melodie irresistibili portano di nuovo Sting e soci in testa alle classifiche, nonché a suonare nei luoghi più remoti del pianeta in un lungo, interminabile tour. Sting è oramai un sex-symbol ed iniziano le prime storie di svenimenti ai concerti, ma il loro reggae "sporcato" fa anche storcere il naso ai puristi, con le prime accuse da parte dei musicisti giamaicani di "furto" delle loro tradizioni a scopi commerciali. Qualcosa viene ad incrinarsi con il terzo album "Zenyatta Mondatta" (1980), stroncato senza pietà dalla critica. Il disco non gira a dispetto della produzione luccicante, i tre musicisti sembrano accontentarsi di riprodurre il solito "clichè". Tuttavia i singoli estratti, "Don't Stand So Close To Me" e "De Do Do Do De Da Da Da" (mai si ricorda titolo più sciocco per una canzone), raggiungono i vertici delle classifiche, dimostrando come i The Police abbiano le idee molto chiare su quali siano i pezzi da piazzare come 45 giri. A seguito delle critiche negative, il gruppo è costretto a studiare soluzioni alternative e nel 1981 esce "Ghost In The Machine", ispirato dagli scritti di Arthur Koestler e che risente del clima new wave dell'epoca. Vengono introdotti i synth e i fiati, il sound si fa più oscuro. Anche qui i tre singoli estratti sono i migliori pezzi dell'album: "Every Little Thing She Does Is Magic", "Spirits In The Material World" e "Invisibile Sun" (il testo tratta il problema della guerra civile nord-irlandese) portano i The Police a riguadagnare alcuni punti a loro favore dopo lo scivolone di "Zenyatta Mondatta", anche se certa critica continua ad avere delle riserve di fronte alla loro irrefrenabile ascesa all'Olimpo delle rock stars. La consacrazione definitiva avviene con il quarto ed ultimo album, "Synchronicity" (1983), contenente il mega-hit "Every Breath You Take", pop-rock strappalacrime, classico dei classici nel suo genere. Ma anche gli altri due singoli estratti, "King Of Pain" e "Wrapped Around Your Finger", sono ben costruiti e ottimamente confezionati. Vengono abbandonati i fiati e i ridondanti tappeti di tastiere di "Ghost In The Machine", privilegiando i suoni acustici, la solita ritmica avvolgente e il chitarrismo effettato di Summers.

Con questo disco giungono alla fine della corsa, dovendo assecondare le spinte centrifughe del frontman Sting, proiettato verso la carriera solista. Ma c'è ancora spazio per un album, un classico greatest-hits dal titolo "Every Breath You Take", pubblicato nel 1986 e ristampato nel 1995, contenente tutti i singoli che ho illustrato in questo sunto della loro carriera. Sting, nei suoi lavori in proprio, tornerà al suo amore per il jazz e l'acustico, vivendo prevalentemente di rendita per l'enorme celebrità ottenuta grazie alla sua band. I The Police non hanno mai annunciato ufficialmente il loro scioglimento, si è parlato a suo tempo di una "pausa di riflessione", che è durata quasi 25 anni. Poi, nel 2007, l’annuncio di un inaspettato ritorno sui palchi per un “Reunion Tour” di due anni in giro per il mondo, Italia compresa. Il 7 agosto 2008, nell’ultimo concerto del tour al Madison Square Garden di New York davanti a 20.000 fans, l’annuncio del definitivo scioglimento. Anche da questa operazione un sacco di soldi: la band è risultata come la più pagata del 2008. I The Police hanno dimostrato come si possa raggiungere il successo planetario grazie ad una ricetta un po' ruffiana di rock-reggae mai sopra le righe, un cantante dalla bella presenza ed una certa abilità nello sfruttare le potenzialità dei mass-media. I loro albums, escluso forse il primo, non hanno mai retto convincentemente per tutta la loro lunghezza, affiancando a straordinari hit-singles brani di caratura minore e non all'altezza del nome. Resta indiscusso il loro talento di musicisti, tuttavia sono convinto che avrebbero potuto osare di più in fase compositiva e sperimentale, anche se di certo non era quello il loro scopo. Il mio consiglio, se non li avete mai ascoltati, è di prendervi questo "Every Breath You Take": al suo interno troverete il meglio di Sting e compagni e non ne rimarrete delusi.


Tracklist:
1.: Roxanne
2.: Can't Stand Losing You
3.: Message In A Bottle
4.: Walking On The Moon
5.: Don't Stand So Close To Me
6.: De Do Do Do De Da Da Da
7.: Every Little Thing She Does Is Magic
8.: Invisible Sun
9.: Spirits In The Material World
10.: Every Breath You Take
11.: King Of Pain
12.: Wrapped Around Your Finger

The Police:
• Sting: voce/basso
• Andy Summers: chitarra
• Stewart Copeland: batteria

Discografia:
• Outlandos D'Amour (1979)
• Regatta De Blanc (1979)
• Zeniatta Mondatta (1980)
• Ghost In The Machine (1981)
• Synchronicity (1983)
• Every Breath You Take: The Singles (1986)


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